1.INDICAZIONI PER SOCCORRITORI: autoprotezione per soccorrirori e sanitari. Fonte EMDR ITALIA ( ALLEGATO)
2. INDICAZIONI PER PSICOTERAPUETI CON FORMAZIONE EMDR: (ALLEGATO BOX 1 PAG-4-5) Fonte EMDR Italia
3. TESTO VADEMECUM PER PROFESSIONI SANTARIE. Fonte: OPL Ordine Psicologi Lombardia
In questi giorni, molti colleghi si stanno domandando rispetto a come la situazione epidemica in corso possa impattare sulla loro attività professionale.
Evidenziando che ci si deve sempre riferire rigorosamente alle indicazioni ed Ordinanze delle Autorità di Sanità Pubblica, ecco quindi alcuni suggerimenti tecnici e pratici orientativi per professionisti Psicologi.
Come professionisti della salute psicologica, in momenti di forte ansia sociale dobbiamo svolgere il nostro ruolo con responsabilità e rigore.
1. "Posso continuare a ricevere nel mio studio privato? Con che precauzioni?"
Attualmente, non sono previste a livello di Ordinanze (tranne nei pochi Comuni del lodigiano in cui sono in atto restrizioni specifiche) sospensioni delle normali attività professionali private, quali le attività libero-professionali di studio.
Attività aperte al pubblico (seminari, convegni, incontri di sensibilizzazione in sede pubblica, etc.) sono invece soggette a limitazioni: quelle attività devono essere rinviate.
Per quanto riguarda attività di consulenza in studio, non sono necessarie precauzioni straordinarie se professionista e paziente sono asintomatici, e non vi sono fattori epidemiologici di rischio (rientro da aree estere con casi positivi, residenza in Comuni con casi positivi, frequenza di soggetti ammalati, etc.).
Se vi sono sintomi o fattori di rischio epidemiologico, gli appuntamenti devono ovviamente essere rinviati.
Devi invece applicare in ogni caso, a tutela tua e dei tuoi clienti, le normali precauzioni igieniche generali raccomandate dall'Istituto Superiore di Sanità:
- Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
- Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione: bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol.
- Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate.
- Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso.
- Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate.
Se possibile, tieni una distanza di almeno 1-2 metri durante i colloqui (valuta anche gli eventuali impatti di setting, e sii pronto a discuterne con il paziente se opportuno).
Tieni a disposizione un dispenser di soluzione igienizzante idroalcolica, da far usare ai pazienti prima della manipolazione di test, materiali diagnostici riutilizzabili, giochi per bambini, che debbano poi essere poi usati da altri. Valuta come comunicare in modo sereno la richiesta di farne uso.
Ricordati inoltre di pulire regolarmente le superfici di lavoro e sanitarie del tuo studio con disinfettanti adeguati, e di arieggiare regolarmente i locali.
2. "In studio, vedo soggetti in età evolutiva. Devo prendere qualche precauzione particolare?"
Professionalmente, niente di diverso rispetto al punto precedente.
I bambini sono però spesso meno attenti alle norme igieniche generali; pertanto presta particolare attenzione alla rigorosa igienizzazione di oggetti, giochi, tappetini e superfici con cui sono entrati in contatto.
Allo stesso modo, considera che solitamente le interazioni con i bambini sono più ravvicinate rispetto a quelle con gli adulti.
A livello puramente informativo, il Coronavirus sembra essere clinicamente meno pericoloso in età pediatrica.
3. "Faccio terapie / lavori di gruppo, devo interromperle?"
Al momento attuale non vi sono vincoli specifici in tal senso laddove siano tutti asintomatici e senza rischi epidemiologici; il rispetto da parte di tutti i partecipanti delle norme igieniche generali diventa ovviamente particolarmente importante, e gli stessi devono essere avvisati degli aspetti di privacy (la positività di un componente può portare a dover indicare l'identità degli altri componenti del gruppo).
Tieni conto che la dinamica di gruppo potrebbe essere influenzata in questi giorni da eventuali timori legati all'incontro tra numerose persone.
Può essere quindi utile riflettere, assieme ai partecipanti, sulla possibilità di posporre gli incontri di questi giorni, anche se non vi è indicazione stretta in tal senso.
4. "Se un paziente annulla l'incontro con scarso preavviso, posso chiedere di essere pagato lo stesso?"
Si ricorda che, a dispetto di alcune prassi del passato, nonostante accordi e/o consensi pregressi ancorché firmati o siglati, da un punto di vista contrattuale non è possibile per uno psicologo/psicoterapeuta richiedere il pagamento di una prestazione non avvenuta; ed eventuali annullamenti, in questi giorni di allarme sociale, possono essere più frequenti del solito - è magari frustrante per il professionista, ma comprensibile.
5. "Se mi ammalo io, potrei essere chiamato a riferire i nomi dei miei pazienti in caso di indagine epidemiologica?"
Questione chiaramente delicata; ma la tutela di Salute Pubblica e il diritto collettivo ad essa legato, per giunta in situazione di emergenza sanitaria, risultano prevalenti rispetto al diritto individuale alla riservatezza.
In caso tu risultassi positivo al Coronavirus, e dovessi essere quindi coinvolto in procedure di indagine epidemiologica, dovrai fornire i nominativi delle persone con cui sei venuto in contatto. Non è necessario - ed è ovviamente da evitare- lo specificare il motivo clinico; tutto ciò che è sottoposto a Segreto Professionale, in caso di testimonianza, vede lo psicologo chiamato a rivelare solo quanto strettamente necessario - semplicemente quindi, indicherai che hai avuto contatti ravvicinati per motivi di lavoro con una data persona nella tal data.
Avvisa comunque i tuoi pazienti di questa eventuale (seppur remota) possibilità, chiarendo la situazione e rassicurandoli sul mantenimento rigoroso del segreto professionale rispetto ai contenuti (ed ovviamente avvisandoli tempestivamente anche in caso risultassi tu positivo in futuro, perchè sarebbero stati a loro volta esposti).
Lo stesso vale per le attività di gruppo e le formazioni (un partecipante positivo può portare a dover indicare i nomi degli altri partecipanti).
6. "Se mi ammalo io, ho diritto a qualche assistenza particolare? E per le scadenze professionali?"
Se ti ammali, hai diritto alle normali forme di assistenza (INPS, ENPAP) previste per malattia (indennità malattia).
Tieni conto che la malattia ha decorso benigno e leggero nell'80% dei casi (simil-influenzale), e solo nel 20% dei casi porta a complicanze di salute che possono richiedere ricovero ospedaliero.
Non sono previste invece, per via di vincoli normativi, forme di rinvio delle scadenze previdenziali ENPAP (il 2 marzo), né forme di assistenza "economica" per sopperire al lavoro libero-professionale eventualmente perso o rinviato in questi giorni (problema comune a tutti i professionisti ed attori economici privati, al momento).
7. "Ho un paziente che ha paura di muoversi, o risiede in un'area in cui la mobilità è stata interrotta. Possiamo usare Skype come modalità alternativa di lavoro?"
Premettiamo che al momento non vi sono motivazioni specifiche per passare in modalità "telematica" in modo generalizzato, rischiando anzi di fare un "agito professionale" se lo si fa di default solo per l'ansia del professionista.
Ci sono delle situazioni in cui comunque è una possibilità concreta da considerare (seguendo sempre le Raccomandazioni del CNOP del 2017).
Chiaramente l'uso del mezzo va a modificare il setting, e può non essere adatto per tutte le attività o tutti i pazienti; analizzare la fondatezza della domanda (psicologica e reale) è quindi sempre buona prassi.
La consulenza online, se esperti del suo uso, potrà essere molto preziosa proprio per i pazienti che possono trovarsi in situazioni di isolamento; nel qual caso la si può proporre come utile forma di supporto e/o continuità della relazione clinica (sempre rispettando le principali raccomandazioni metodologiche relative agli interventi online).
8. "Cosa dire ai miei pazienti particolarmente in ansia o spaventati? Ci sono fonti di riferimento da consigliare?"
Fonti ufficiali sono i siti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Regione Lombardia; i Numeri Verdi regionali (800462340) e del Ministero della Salute (1500), ed i medici curanti.
Adattando la comunicazione alle esigenze e istanze di ognuno, si può - a puro titolo di esempio - indicare ai clienti che è normale essere in ansia (anche perchè in questi giorni i media evidenziano molto il rischio), che è utile evitare "information overload", che è opportuno stare attenti alle molte Fake News che circolano, che si possono mettere in atto utili comportamenti protettivi, e che devono fare riferimento solo a fonti informative accreditate.
In caso di pazienti particolarmente ansiosi, ipocondriaci, rupofobici, claustrofobici, con aspetti di ritiro sociale, con tratti paranoidi il clinico dovrà ovviamente esercitare particolare attenzione a esplorare il significato della situazione per loro, e come questo impatti sulla relazione clinica.
Idem per pazienti eventualmente in isolamento domiciliare con la famiglia, laddove le tematiche di consultazione fossero connesse a dinamiche famigliari disfunzionali.
9. "Lavoro come dipendente (di una cooperativa, una scuola, etc.). Cosa devo fare?"
Devi seguire le indicazioni di prevenzione generale (sempre), e poi le indicazioni specifiche del tuo datore di lavoro.
Contattalo se ritieni di dover svolgere funzioni potenzialmente a rischio: dovranno essere sentiti RSPP e Medico Competente per quanto riguarda la tutela della salute dei dipendenti, e dovranno fornirti indicazioni operative chiare e i DPI eventualmente necessari.