Salve vi contatto per avere una vostra opinione in merito alla situazione di mio figlio: lui ha quasi 18 anni e da circa 6 anni ha dei "disorientamenti" strani e difficile da spiegare, non sono stata, almeno io, in grado di capirli: è come se non sapesse dove si trova, ma in realtà lo sa benissimo, sente le voci rauchi, inizia a sudare e mi dice che ha voglia di scappare. Oltre a ciò, quando si sente questa cosa, tende a mordersi la mano o mangiarsi la collana. Tutto questo è accentuato ancor di più quando è in autobus, in posti con molte persone o luoghi chiusi. Inizialmente tutto questo avveniva solo quando usciva e andava in posti chiusi e affollati. Adesso è praticamente giornalmente fin dalla mattina appena apre gli occhi. Non è una cosa continua ma nel corso della giornata, questi attacchi li vengono almeno 4 volte. Siamo arrivati adesso che ha "paura" di viaggiare, andare a dei compleanni, andare alle feste patronali perché teme di avere questa sensazione che tra l'altro se la causa lui, perché quando esce e si trova in luoghi chiusi o altro, subito ha questi attacchi. C'è stato un periodo che credeva di avere un tumore, ma escluso dal medico di famiglia. Secondo voi cos'è? Dovrebbe seguire un percorso psico-terapeutico? E sopratutto tutto questo può passargli? Lui vuole tornare a divertirsi come faceva prima che si chiudesse in questo circolo ansioso. Grazie infinite per il tempo dedicatomi. Inoltre è consigliato lo psicologo o lo psicologo-psicoterapeuta? Lo psicologo può essere in grado di curarlo?
Cara Stefania,
ciò che descrive sembra avere le caratteristiche di una agorafobia con attacchi di panico. Come lei immaginerà non è però possibile formulare una diagnosi leggendo queste brevi righe, il quadro è certamente più articolato. Ciò che posso certamente cogliere è la preoccupazione da parte sua nei confronti del figlio; ben comprendo il turbamento di una madre che vorrebbe vedere il proprio ragazzo felice e spensierato e che è invece sempre più intrappolato dall’ansia da ben 6 anni a questa parte. È utile non colpevolizzare suo figlio di “causarsi” queste sensazioni spiacevoli, poiché nonostante siano percezioni create dalla mente il disagio è reale e difficile da affrontare da soli. La posso rassicurare ed incoraggiare rispetto alla possibilità di lavorare insieme ad uno psicoterapeuta per affrontare questo momento di difficoltà. Un terapeuta potrà aiutarlo ad affrontare e gestire queste preoccupazioni, accompagnandolo a ritrovare maggiore serenità.
Rimaniamo a disposizione, cordiali saluti
Dott.ssa Alice De Luca
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